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padre e figlio ritrovato

Francesco Sargenti a Verona insieme al padre Cesare, per celebrare il loro incontro dopo Caporetto

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CONTRIBUTOR

anna saio

DATE

1917

LANGUAGE

ita

ITEMS

1

INSTITUTION

Europeana 1914-1918

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METADATA

Creator

europeana19141918:agent/55718cb3470848494fadb2ea96971832

Source

UGC

Contributor

europeana19141918:agent/4f184c5ebf42c0fef40bd0a292d66da2

Date

1917

Type

Photograph

Language

ita
Italiano

Country

Europe

DataProvider

Europeana 1914-1918

Provider

Europeana 1914-1918

Year

1917

DatasetName

2020601_Ag_ErsterWeltkrieg_EU

Begin

1917

End

1917

Language

mul

Agent

anna saio | europeana19141918:agent/4f184c5ebf42c0fef40bd0a292d66da2
fortografo arturo de bianchi - verona | europeana19141918:agent/55718cb3470848494fadb2ea96971832

Created

2019-09-11T08:45:52.688Z
2020-02-25T09:02:49.071Z
2013-05-10 08:03:16 UTC

Record ID

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Padre e figlio in guerra

6 Items

Olivieri Vincenzo e Olivieri Giuseppe rispettivamente padre e figlio hanno partecipato alla Prima Guerra mondiale, Olivieri Giuseppe era uno dei ragazzi del '99, appartenente alla 114a Fanteria 8a Compagnia ha combattuto nella battaglia di Vittorio Veneto. Nel 1973 il presidente della Repubblica su proposta del Ministro della difesa lo ha nominato Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto conferendogli la croce di ferro e la medaglia ricordo. || Foto di Olivieri Giuseppe in divisa. Polizza di assicurazione a favore dei militari combattenti. Polizza speciale di assicurazione mista a favore dei militari combattenti. Nomina di cavaliere Foto della croce di ferro e della medaglia || || Foto Olivieri Giuseppe || Footage || Recruitment and Conscription || Foto di Olivieri Giuseppe fatta prima di partire in guerra || Home Front || Olivieri Giuseppe

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Un eroe ritrovato

3 Items

Quando visitavo il cimitero di Volterra mia mamma mi faceva notare il monumento a ricordo di suo zio, il tenente Edgardo Cangini, morto nell'assalto al Podgora presso Gorizia nei primissimi giorni di guerra, il 9 giugno 1915. Ma non era la tomba perché - diceva - il suo corpo non era stato ritrovato, era cioè un disperso. La curiosità mi ha spinto a cercare su internet notizie su di lui e così mi sono imbattuto nel sito Europeana che mi rimandava a sua volta a numerosi documenti. Tra questi una breve biografia dattiloscritta scritta probabilmente dal fratello maggiore, Enrico, che mi ha fatto sobbalzare: dopo aver descritto il suo valore ed eroismo nell'assalto ai reticolati nemici e che non fu possibile recarsi dove era stato visto cadere, dice infatti resulta però da informazioni assunte in Austria che i nemici raccolsero il caduto e gli dettero onorata sepoltura dando all'Eroe gli onori militari. Ma allora sepolto dove? Il database del Ministero della Difesa sui caduti in guerra mi ha dato altro indizio indicando come sepoltura il sacrario di Oslavia. Una semplice telefonata prima ed il sopralluogo fatto di persona poi mi hanno confermato: il tenente Edgardo Cangini è proprio lì tumulato nel loculo n. 2963 proveniente dal cimitero di guerra di Valerisce, nei pressi di dove era caduto. Un eroe ritrovato dunque, contrariamente a quanto la famiglia aveva sino ad oggi ritenuto, ma, fatto ancor più paradossale, grazie proprio ai nemici austriaci che evidentemente ancora animati da pietas e colpiti dall'eroismo del giovane tenente gli avevano dato onorata sepoltura! Un richiamo per noi oggi ad una fratellanza che, superando i confini, può e deve unire tutti gli uomini. || || Edgardo Cangini || ritratto di Edgardo Cangini al tempo della guerra di Libia || Photograph || 26.3351,17.228331000000026 || Libia || African Wars || || monumento ricordo (Cenotafio) nel cimitero di Volterra, città natale del caduto || monumento a Edgardo Cangini nel cimitero di Volterra || Photograph || Volterra (Pisa) || 43.399395,10.866033300000026 || Edgardo Cangini || || Edgardo Cangini || loculo nel sacrario di Oslavia || Oslavia (Gorizia) || Photograph || Remembrance || loculo n. 2963 nel sacrario militare di Oslavia (Gorizia) inaugurato nel 1938 da Mussolini insieme a quello di Redipuglia raccogliendo i Caduti sepolti nei numerosi cimiteri di guerra della zona: 57.200 caduti italiani (in buona parte ignoti) e 539 austroungarici. Edgardo Cangini vi risulta traslato dal cimitero di guerra di Valerisce, località poco distante a nord del Podgora. || 45.9740701,13.61142510000002

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MI18 - 147 - La sciabola del padre | resta la sciabola d’onore del figlio

1 Item

E’ la storia del padre del contributore, reclutato nel 1918, aveva un diploma ragioneria, ma fu richiamato con leva ‘99, fece un breve corso ufficiali e venne arruolato in fanteria 41° regg. Ha combattuto sul Montello, lo raccontava. A casa c’era la dichiarazione che attestava che aveva combattuto in prima linea (documento persa). Tornato a casa, doveva laurearsi in ingegneria, ma il padre lo mandò a lavorare. La sciabola era quella da allievo ufficiale, fu usata dal contributore quando fece allievo ufficiale nei momenti del giuramento, o delle parate (2 giugno in corso Sempione), era in reparto esplorante divisionario (divisione legnano), cavalleria, ma la sciabola fu accettata di buon grado avendo una storia e nonostante riportasse lo stemma savoia sulla lama (D). Raccontava di una scheggia passata vicina al naso che gli ha bucato la punta della scarpa, non raccontava più di tanto. Era figlio unico, genitori emigrati in Sud America a inizio ‘900 avevano piccolo supermercato a La Paz – Bolivia, nonna era di Buenos Aires, nata da genitori italiani poi era tornata in Italia probabilmente per sposarsi (foto spedita ai genitori). I genitori sono tornati in Italia nel 1919. Ettore bambino aveva vissuto da solo in Italia a causa della scuola (o più probabilmente per povertà di mezzi), che aveva frequentato a Santa Margherita, dove alloggiava presso lo zio prete Mons.Rollino che guidava la diocesi. La scuola superiore invece l’aveva fatta a Genova, ospite della fam. Ritmann, famiglia di cui il figlio più piccolo diventò critico musicale del Sec.XIX. Il bisnonno Eusebio, padre di Ettore, era stato decorato con medaglia d’argento nella battaglia di Custoza (1866), ma aveva fatto anche quella del 1859. Raccontava le decimazioni come cosa terribile, erano molto scioccati, non sappiamo se aveva assistito. La mamma si prese la spagnola durante la guerra (era nata 1906, morì nel 1944), rimase con lesione al cuore che la portò a morte molto giovane. || la sciabola appartenuta al padre, una foto che lo ritrae con la spada al fianco.

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