Elvira Lombai | una storia di profughi
(1) Foto del periodo della guerra che ritrae la famiglia di Elvira Lombai. Da sinistra: Luigia Tomat madre, Elvira Lombai figlia (intervistata 1991), Silvio figlio, Giobatta Lombai padre, Pierina figlia.
(2) Foto di Elvira Lombai.
(3)Foto di Elvira sulle rive del Natisone 1926.
(4)Foto di Elvira che lava i panni sul Natisone 1924.
(5)Serie di foto di Elvira scattate nel 1995 dalla nipote Hanna Genuzio (1985)
(6)Buono di Cassa, facente funzioni di banconota, della Cassa Veneta dei prestiti, da 2 Lire, datata 2 gennaio 1918. Esemplare originale.
(7)Intervista audio a Elvira Lombai (in lingua friulana, raccolta nel 1991, dal figlio Cesare Genuzio e dalla nuora Marilena Klugmann, formato audio in cd rom, che è stato convertito in formato mp3 per Europeana.
(8)Storia anagrafica di Elvira Lombai, a cura del figlio, Cesare Genuzio.
La storia racconta dell'esperienza come profuga bambina di Elvira Lombai in seguito alla rotta di Caporetto. L'intervista audio raccolta dal figlio Cesare Genuzio e dalla nuora Marilena Klugmann, in lingua friulana, è accompagnata da foto.
Elvira Lombai nasce a Cividale Borgo Brossana nel 1909 e muore a Cividale Borgo di Ponte nel 2002.
Elvira, nel 1917 aveva otto anni e abitava nella casea di famiglia in Borgo Brossana, poco oltre la chiesa di San Biagio sulla riva del Natisone.
Il padre Giobatta decide, presumibilmente il 26 ottobre, di fuggire con la moglie Luigia Tomat e i quattro figli, caricati sul carro agricolo trainato dalle due mucche. Arrivano fino a Lauzacco, dove la famiglia si divide.
Giobatta rimane con il figlio maggiore Silvio (15 anni) e con il carro, mentre Luigia trova posto su un autocarro militare con i figli Pierina (18 ann), Elvira (8) e Romano (4). Arrivano fino al ponte sul Tagliamento, poco prima che il ponte venga fatto saltare, quindi il 30 ottobre e non riescono a passare.
Di qui, a piedi, tornano a Cividale dove con molta fortuna, la famiglia si riunisce e trascorre l'anno di occupazione sopravvivendo grazie ai prodotti dell'orto e al fatto che l'unica mucca superstite è stata accolta nel vicino convento delle Orsoline, dove la notte trava ospitalità anche la sorella Pierina.
Women
Photograph
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Foto famiglia di Elvira Lombai
Foto del 1910 che ritrae la famiglia di Elvira Lombai. Da sinistra: Luigia Tomat madre, Elvira Lombai figlia (intervistata 1991), Silvio figlio, Giobatta padre.
Italiano
Home Front
Cividale del Friuli
Foto famiglia di Elvira Lombai prima della Grande Guerra
Foto di Elvira Lombai, sulle rive del Natisone, 1926.
Foto di Elvira Lombai, sulle rive del Natisone, 1926
Front
Fiume Natisone, presso Pordenone
Back
Elvira Lombai lungo il fiume Natisone
Foto di Elvira Lombai che lava i panni lungo il fiume Natisone, presso Pordenone, anno 1924.
Foto di Elvira Lombai che lava i panni sul Natisone 1924
Fiume Natisone (Pordenone)
Serie di foto di Elvira Lombai scattate nel 1995
Banconota della Cassa Veneta dei prestiti
Other
Banconota da 2 Lire del 1918
Buono di Cassa, facente funzioni di banconota, della Cassa Veneta dei prestiti, da 2 Lire, datata 2 gennaio 1918. Esemplare originale.
Dialetto friulano
Intervista a Elvira Lombai (in dialetto friulano) è stata raccolta nel 1991, dal figlio Cesare Genuzio e dalla nuora Marilena Klugmann, formato audio in cd rom, che è stato convertito in formato mp3 per Europeana a cura dell'intervistatore Francesco Rizzi.
Interview
Elvira Lombai
Intervista a Elvira Lombai
foto di Elvira Lombai successiva alla guerra
Foto di Elvira Lombai
Memoir
Storia anagrafica di Elvira Lombai
Storia anagrafica di Elvira Lombai, a cura del figlio, Cesare Genuzio.
Publication
Refugees
La nonna racconta
La fuga da Cividale nell'ottobre 1917. Harpo Genuzio (1982)ha tradotto e trascritto nel 1993, come compito scolastico, il racconto in friulano fatto dalla nonna Elvira nel 1991.
Pordenone
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La chiesa di sinistra è quella del convento di Santa Maria in Valle, che comprende il Tempietto Longobardo.
Sotto, con la sua briglia, il mulino di Broscandola.
La casa dei Lombai è subito a destra dell'altra chiesa, quella di San Biagio.
Borgo Brossana
Borgo Brossana a Cividale del Friuli
CONTRIBUTOR
cesare genuzio
DATE
1917-10-24 - 1918-11-04
LANGUAGE
ita
ITEMS
14
INSTITUTION
Europeana 1914-1918
PROGRESS
METADATA
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Una storia quasi sconosciuta
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1) Racconto autografo della vicenda conservato presso Archivio della Marina Militare Italiana 2) Articolo di Bepi Nider sulla Rivista Marittima di Dicembre 1978 3) Documentazione storica dell'Ammiragliato in merito alla vicenda, conservata presso Archivio della Marina Militare Italiana || Una storia quasi sconosciuta quella della diserzione della torpediniera AU TB11 che il 5 ottobre 1917 si consegnò, dopo una rocambolesca fuga da Sebenico, alla Regia Marina approdando al Porto di Recanati. La fuga fu architettata e condotta da un caposilurista istriano di sentimenti italiani, Francesco Donat, mio nonno. Uomo deciso ma mite, mio nonno, pacifista ante litteram, declinò il suo senso dell'onore in una maniera atipica per l'epoca: dopo la consegna della torpediniera all'Italia rifiutò di arruolarsi per non dover combattere contro i suoi vecchi compagni d'armi e con questa decisione rinunciò, di fatto, al ricchissimo compenso previsto per casi simili. Si sentiva italiano, progettò la fuga fin dall'entrata in guerra dell'Italia, ribadì l'amore per il suo Paese abbandonando i suoi beni e la sua terra, l'Istria, con il sempre troppo poco ricordato esodo del 1947. || || Francesco Donat descrive la storia dell'ammutinamento della TB 11, Torpediniera della Marina Austriaca, su cui era imbarcato nel corso della prima Guerra Mondiale, e della consegna della stessa alla Regia Marina, a Porto Recanati il 5 ottobre 1917. Il documento, autografo, è reperibile presso l'Archivio Storico della Marina Militare Italiana. || Francesco Donat || Refugees || Memoir || Storia dell'ammutinamento sulla TB 11 || || Ammutinamento sulla TB 11 || Memoir || Articolo di Giuseppe NIder sulla Rivista Marittima di Dicembre 1978, in cui si racconta la storia dell'ammutinamento della Torpediniera della marina austro-ungarica e del suo principale artefice, Francesco Donat, in ricordo della sua impresa e in commemorazione della sua morte. || || Home Front || Propaganda || 1) Lettera riservatissima del Sottocapo di Stato Maggiore della Regia Marina Italiana agli Addetti Navali britannico e francese perché fosse vietata la diffusione della notizia della resa dell TB 11. 2) Lettera del Capo di Stato Maggiore della Regia Marina Italiana, Paolo Thaon de Revel, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Boselli, perché non fosse fatta menzione dell'ammutinamento per evitare possibile rappresaglie del governo austro-ungarico a carico dei famigliari degli ammutinati. || Roma || Ammutinamento della TB 11 || Comunicazioni e reazioni dell'Ammiragliato italiano in merito alla vicenda || Letter || || Francesco Donat || Conscientious Objection || Francesco Donat - 1914 || Photograph || Pola || Refugees
24 maggio 1915. Una storia nelle Marche
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Diploma con la Croce di Guerra; Due medaglie: Medaglia Grande Guerra e la Medaglia Interalleata; Foglio matricolare; Foglio di congedo; Fotografia di Enrico Riccetti; Fotografia di gruppo di militari. || Il 24 maggio 1915, giorno dell'entrata in guerra dell'Italia, fu bombardata Ancona e la costa marchigiana; durante il cannoneggiamento a sud del Monte Conero la popolazione sfollava verso le colline limitrofe. Mia nonna, moglie di Enrico Riccetti, fuggendo con i suoi primi due figli lasciò il terzo, mio padre, nella culla. Suppongo se ne sia accorta subito, perché mio padre visse fino all'età di 80 anni. Enrico Riccetti, appartenente al Genio telegrafisti, passò la guerra nel Veneto. || || Medaglia Interalleata della Vittoria, dritto || Medal || Home Front || || Medal || Medaglia Interalleata della Vittoria, rovescio || Home Front || || Medal || Home Front || Medaglia commemorativa della Guerra Italo-Austriaca 1915-1918 || || Medal || Croce al merito di guerra, dritto || Home Front || || Home Front || Croce al merito di guerra, rovescio || Medal || || Front || Foglio matricolare || Home Front || Official document || || Official document || Home Front || Foglio matricolare || || Foglio matricolare || Official document || Home Front || || Official document || Foglio matricolare || Home Front || || Foglio di congedo illimitato || Front || Home Front || 43.298431,13.453475499999968 || Macerata || Official document || || Official document || Macerata || Home Front || Foglio di congedo illimitato || 43.298431,13.453475499999968 || || Home Front || Foglio di congedo illimitato || Macerata || Official document || 43.298431,13.453475499999968 || || Home Front || 43.298431,13.453475499999968 || Macerata || Foglio di congedo illimitato || Official document || || Roma || Official document || Decreto di autorizzazione a fregiarsi delle medaglie || 41.8929163,12.482519899999943 || Home Front || || Home Front || Fotografia di Enrico Riccetti || Photograph || || Fotografia di Enrico Riccetti || Photograph || Home Front || || Photograph || Fotografia di gruppo di militari || Home Front
Storia di confine
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This is the story about Giuseppina Qualizza, she and her husband went in Austria for work and the war separated themselves. || Giuseppina Qualizza nacque il 1° marzo 1878. Originaria di San Leonardo e si trasferì a Udine, sposò Francesco Mattiuzzi. Verso il 1913 emigrarono nella regione austriaca della Carinzia con i due figli Luigi ed Elisabetta. Herr Franz, come veniva chiamato, fu assunto presso la fabbrica di fucili da caccia (Ferlach Genossenschaft) di Ferlach (in sloveno Borovlje) ad una decina di chilometri a sud di Klagenfurt. Il contratto prevedeva un alloggio compreso di legnaia e solaio. Il grande edificio che si staglia sul profilo del paese è abitato dai dipendenti della fabbrica. Incluso nel pacchetto contrattuale vi era la prosecuzione degli studi, oltre quelli elementari, per il figlio Luigi. Lo scoppio della guerra nel 1914 non alterà il lavoro di Francesco, al contrario delle decine di migliaia di emigranti friulani in Austria-Ungheria e in Germania che furono costretti a rientrare in Friuli. Il 23 maggio 1915 il Regno d’Italia dichiarò guerra all’Impero austro-ungarico, così tutto il nucleo famigliare Mattiuzzi fu internato in un campo di concentramento. In seguito Giuseppina Qualizza e i due piccoli vennero rimpatriati in uno scambio di internati civili, mentre Francesco rimase prigioniero in quanto lavoratore qualificato. Giuseppina tornò nella casa di parenti a San Leonardo. Per sbarcare il lunario fece la “portatrice”, come altre donne delle valli che però ebbero un tardivo riconoscimento, al contrario di quelle più famose della Carnia. Verso la fine dell’estate del 1917 tra soldati e ufficiali italiani circolava la voce di un imminente attacco austro-ungarico in grande stile, forse particolarmente colpita dalle voci che si rincorrono e dalla durissima vita che conducevano lei e i figli, il 23 ottobre 1917 decise di chiudere la casa di San Leonardo e scappare il più lontano possibile dalla zona di guerra. Fuga decisamente tempestiva dato che all’alba del giorno seguente iniziò il breve ma intenso bombardamento contro le trincee italiane. La famiglia salita sul treno evitò le tremende tragedie che colpirono tutti i suoi compaesani e gli altri profughi friulani che dovettero fuggire tumultuosamente inseguiti dalle truppe imperiali. Il piccolo gruppo Mattiuzzi Qualizza arrivò profugo in provincia di Parma, in una zona appenninica. Il ricordo del periodo trascorso è molto sofferto. Per sopravvivere furono costretti a lavorare in una specie di lavanderia dove venivano lavate e risistemate le divise di soldati feriti o morti. A volte trovavano resti umani nei panni. Durante questo periodo furono costretti a rubare castagne o frutta di stagione, sfuggendo alle ire dei contadini rimasti.ttiuzzi || || portrait || Home Front || Giuseppina Qualizza || Women || Photograph || || Photograph || Portrait || Prisoners of War || Francesco Franz Mattiuzzi || || Postcard || Ferlach, Austria || Prisoners of War || || Prisoners of War || Postcard || Ferlach, verso || 46.5268799,14.298923000000059 || Verso of postcard || Ferlach, Austria || || 46.5268799,14.298923000000059 || Prisoners of War || Postcard || Postcard from Ferlach || Deutsch || Ferlach, Austria || || Prisoners of War || Postcard || Ferlach, verso || Deutsch