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Un documento dal fronte della Grande Guerra

Si tratta di un episodio legato alla vita di mio nonno, Andrea Stefano Villa, che combatté sul fronte italiano nella prima guerra mondiale, tra i 24 e i 27 anni d'età, essendo nato nel 1891. Durante il servizio, nel 1918, designò un familiare come beneficiario di una polizza. Riuscì poi a sopravvivere e a tornare, terminato il conflitto, alla propria famiglia.
L'oggetto digitalizzato è la ricevuta di una polizza INA (Istituto Nazionale delle Assicurazioni di Roma) intestata a mio nonno, soldato al fronte, a favore della sorella, Maria. La somma da versare in caso di morte in guerra era pari a lire 500. Oltre a questo, sarebbe stata corrisposta la pensione dovuta agli eredi di coloro che danno la vita per la libertà e la grandezza della Patria. Il documento riporta la data del 1 gennaio 1918.

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Andrea Villa

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-

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ita

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1

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Europeana 1914-1918

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UGC

Contributor

europeana19141918:agent/9506b49565abfda45d556cd88246f2ff

Type

Story

Language

ita
Italiano

Country

Europe

DataProvider

Europeana 1914-1918

Provider

Europeana 1914-1918

DatasetName

2020601_Ag_ErsterWeltkrieg_EU

Language

mul

Agent

Andrea Villa | europeana19141918:agent/9506b49565abfda45d556cd88246f2ff

Created

2019-09-11T08:30:39.941Z
2020-02-25T08:40:32.825Z
2014-12-28 11:15:58 UTC
2014-12-28 11:21:31 UTC

Provenance

INTERNET

Record ID

/2020601/https___1914_1918_europeana_eu_contributions_19221

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Un pittore bergamasco sul fronte della grande guerra.

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Breve biografia e ricordi raccolti da mio nonno: Domenico Zappettini. Vi sono alcuni suoi disegni, alcune lettere, cartoline di propaganda raccolte sui campi di battaglia. || Domenico Zappettini 1880-1918, un pittore bergamasco sul fronte della grande guerra. Mio nonno, come spesso accade in molte famiglie, aveva il mio stesso nome. Forse anche per questo legame ideale e per il fatto di non averlo mai conosciuto sono stato spinto a raccogliere alcune testimonianze sulla sua vita ritrovate in famiglia e, in particolare, a tentare di ricostruire i suoi ultimi anni vissuti, come altri milioni di uomini di tutta Europa, nella tremenda tragedia della Prima Guerra mondiale. Domenico Zappettini, alla vigilia della sua partenza per il Fronte di Guerra, era un apprezzato pittore decoratore nella città di Bergamo. Insieme al fratello Giovanni, gestiva un piccolo atelier di pittura: in particolare i due fratelli erano specializzati in decorazioni ad affresco in edifici religiosi, in abitazioni e anche come scenografi per il locale Teatro lirico. Domenico aveva sposato, allo scadere del XIX secolo, Maria Meloni dalla quale aveva avuto 5 figli, ancora bambini all'epoca del suo richiamo alle armi. La partenza avviene a guerra già iniziata, nel marzo 1916. Viene impiegato nell'Ufficio Informazioni della VIa Armata, operante a Vicenza, in qualità di disegnatore. L'ufficio composto da impiegati, interpreti, disegnatori e fotografi, si occupava di fornire ai comandi delle truppe sul fronte di Asiago e dell'Altopiano, tutte le informazioni sugli spostamenti delle truppe austriache e sulle opere di difesa e fortificazione. In famiglia abbiamo conservato alcune aerofotografie delle zone di guerra e penso in quale modo avventuroso saranno avvenute le riprese a bordo di piccoli, instabili aerei con attrezzature pesanti e difficilmente manovrabili. Mio nonno era spesso inviato in zona di operazioni per tracciare schizzi delle opere difensive austriache. In quelle missioni gli capitò più volte di percorrere campi di battaglia all'indomani di violente battaglie, vere e proprie carneficine. Fu in queste occasioni che si trovò a raccogliere piccoli ricordi personali: cartoline, qualche stampato. Di ritorno dalle missioni sul fronte, il lavoro proseguiva nella sede dell'Ufficio Informazioni a Vicenza. Qui venivano interrogati i prigionieri e redatti disegni precisi delle fortificazioni nemiche. Rubando un po' di tempo al sonno, Domenico proseguiva nella sua attività pittorica, eseguendo ritratti da fotografie o dipinti di fantasia da esporre o vendere per poter inviare un piccolo sostegno alla famiglia a Bergamo. Nel 1917, pochi mesi dopo l'esecuzione capitale, esegue in ritratto ad olio di Cesare Battisti, l'irredentista italiano di Trento. Quest'opera è attualmente conservata presso il Museo della Grande Guerra di Rovereto. In alcuni disegni descrive molto bene alcuni momenti del conflitto: come quando disegna e poi realizza in acquaforte una bella scena con l'arrivo delle truppe interalleate a Vicenza (inglesi e francesi); oppure quando disegna un gruppo di mitragliatori tedeschi, arrivati in aiuto delle truppe austriache nel 1917. Anche alcuni suoi scritti aiutano a rendere viva la drammacità dei momenti vissuti, come quando fornisce raccomandazioni alla moglie per fuggire da Bergamo per il possibile arrivo, dopo la sconfitta di Caporetto, dell'Esercito austriaco nelle città del Nord Italia. All'indomani della firma dell'armistizio del 4 novembre 1918 che pose fine alla guerra, Domenico ottenne una licenza per poter visitare la famiglia prima di essere definitivamente congedato dopo mesi di vita militare. Purtroppo il destino non gli fu favorevole: non appena giunto a riabbracciare i suoi cari a Bergamo fu vittima della tremenda epidemia di influenza respiratoria conosciuta in Italia con il nome di influenza spagnola e dopo pochi giorni spirò fra le braccia dei suoi cari. Il funerale avvenne il 19 novembre 1918. Ora il caporale Domenico Zappettini riposa nell'ossario militare del cimitero di Bergamo. || || Other || Ritratto ad olio dell'irredentista Cesare Battisti, catturato e condannato a morte. Pochi mesi dopo il tragico episodio mio nonno eseguì questo dipinto. L'opera fu esposta a Vicenza prima di essere consegnato al comando del battaglione alpini al quale apparteneva Cesare Battisti. Attualmente il quadro è esposto presso il Museo della Grande Guerra di Rovereto (TN). || italiano || Cesare Battisti || Ritratto ad olio di Cesare Battisti-1917 || Painting || || Other || italiano || Mio nonno Domenico Zappettini militare 1916 || Photograph || || Fotografia attuale di Cima Dodici, luogo di duri scontri durante il Primo Conflitto Mondiale. || Other || Cima Dodici. Altopiano dei sette Comuni (Vicenza) || italiano || || Altopiano di Asiago (Vicenza) || Questo disegno, eseguito da mio nonno, descrive bene l'attività connessa al suo ruolo di disegnatore presso l'Uiffico Informazioni della Sesta Armata a Vicenza. Il Confronto con la fotografia di Cima Dodici comprova la precisione del disegno che veniva eseguito su schizzi ripresi in loco. || Other || Difese e sbarramenti a Cima Dodici 1917 || italiano || || Other || italiano || Forze interalleate a Vicenza 1918 || Disegno a penna per acquaforte raffigurante un momento di pausa di alcuni soldati inglesi e francesi ritratti nella Piazza delle Erbe a Vicenza. Ancora oggi è ben visibile il porticato dal quale il pittore ha descritto la scena. || || Disegno a lapis e parzialmente a penna, raffigurante un gruppo di prigionieri italiani in un campo austriaco. Scena probabilmente di carattere propagandistico non ritratta dal vero. || Other || italiano || Prigionieri italiani || || Ritagli di giornale che recensiscono un'esposizione di mio nonno || italiano || Other || || Ritagli di giornale che recensiscono un'esposizione di mio nonno || Other || italiano || || Other || Questa cartolina e le altre tre seguenti sono state raccolte da mio nonno da prigionieri austriaci presso l'Ufficio Informazioni della 6a Armata con sede a Vicenza || Cartolina a tema bellico opera di K.Hayd || italiano || Propaganda || || Propaganda || Other || italiano || Cartolina a tema bellico opera di K.Hayd || || Other || italiano || Cartolina a tema bellico opera di K.Hayd || Propaganda || || Other || Cartolina a tema bellico opera di K.Hayd || Propaganda || italiano || || Sommarie notizie sul pittore e grafico austriaco Karl Hayd || italiano || Propaganda || Other || Karl Hayd || || Cartolina austriaca (Karl Zewy) || Other || italiano || Cartolina austriaca raccolta da militare Ungherese. Opera di Karl Zewy, artista accademico operante in Vienna (vedi note biografiche) || || La stessa compilata || italiano || Other || || italiano || Other || Note biografiche su Karl Zewy || || Other || Fotografia di militari austriaci attorno ad un cannone, recuparata da mio nonno presso l'Ufficio Informazioni della 6a Armata con sede a Vicenza. || italiano || Cannone austriaco || || Cartolina di propaganda austriaca presa su prigioniero da mio nonno, raffigurante una scena di battaglia sul fronte Russo Polacco ad opera del 1° Reggimento del Tiroler Kaiserjäger || Propaganda || Other || Tiroler Kaiserjäger vom 1 Regiment || italiano || || italiano || Cartolina di propaganda italiana || Other || Propaganda || || Propaganda || Cartolina di propaganda italiana || || Other || Propaganda || Cartolina di propaganda italiana || italiano || || Cartolina con un fiore seccato di viola mammola raccolta da mio nonno da un caduto austriaco su un campo di battaglia dell'Altopiano dei Sette Comuni (Vicenza), insieme ad un ritaglio di giornale con un indirizzo, probabilmente il suo o di persona di famiglia. || Cartolina con fiore seccato e indirzzo || || Cartolina con un fiore seccato di viola mammola raccolta da mio nonno da un caduto austriaco su un campo di battaglia dell'Altopiano dei Sette Comuni (Vicenza), insieme ad un ritaglio di giornale con un indirizzo, probabilmente il suo o di persona di famiglia. || Cartolina con fiore seccato e indirzzo || || Battaglia finale Valbella Col del Rosso || italiano || Lo scritto descrive il campo della battaglia finale (1918) avvenuta a Valbella e Col del Rosso. Le immagini attuali di quei luoghi testimoniano la violenza e il dissesto del territorio ancora visibile a distanza di tanti anni. || Other || Altopiano di Asiago (Vicenza). Zona Valbella Col del Rosso || || Other || Lo scritto descrive il campo della battaglia finale (1918) avvenuta a Valbella e Col del Rosso. Le immagini attuali di quei luoghi testimoniano la violenza e il dissesto del territorio ancora visibile a distanza di tanti anni. || italiano || Altopiano di Asiago (Vicenza). Zona Valbella Col del Rosso || Battaglia finale Valbella Col del Rosso || || Altopiano di Asiago (Vicenza). Zona Valbella Col del Rosso || Other || Battaglia finale Valbella Col del Rosso || italiano || Lo scritto descrive il campo della battaglia finale (1918) avvenuta a Valbella e Col del Rosso. Le immagini attuali di quei luoghi testimoniano la violenza e il dissesto del territorio ancora visibile a distanza di tanti anni. || || Lo scritto descrive il campo della battaglia finale (1918) avvenuta a Valbella e Col del Rosso. Le immagini attuali di quei luoghi testimoniano la violenza e il dissesto del territorio ancora visibile a distanza di tanti anni. || Other || Battaglia finale Valbella Col del Rosso || Altopiano di Asiago (Vicenza). Zona Valbella Col del Rosso || italiano || || Lo scritto descrive il campo della battaglia finale (1918) avvenuta a Valbella e Col del Rosso. Le immagini attuali di quei luoghi testimoniano la violenza e il dissesto del territorio ancora visibile a distanza di tanti anni. || Other || Battaglia finale Valbella Col del Rosso || Altopiano di Asiago (Vicenza). Zona Valbella Col del Rosso || italiano || || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || Other || italiano || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Other || italiano || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || || italiano || Other || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || || italiano || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || Other || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || Other || italiano || || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || italiano || Other || || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Other || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || italiano || || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || italiano || Other || || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Other || italiano || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || || italiano || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || Other || || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || italiano || Other || || italiano || Other || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || || Other || italiano || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || Other || italiano || || italiano || Other || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || Other || italiano || || italiano || Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione. || Other || Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione || || Necrologio per la sua morte || Other || italiano || || Other || italiano || Necrologio per la sua morte || || italiano || Other || Necrologio per la sua morte || || Other || Riconoscimento per la sua attività da parte del Comando Militare || italiano || || Other || italiano || Riconoscimento per la sua attività da parte del Comando Militare

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Augusto Piersanti: l'ultimo caduto della Grande Guerra sul fronte italiano

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Due fotografie a colori (monumento e particolare) del sacrario militare dei caduti della Grande Guerra al cimitero Verano di Roma. || Mio nonno mi raccontava di Augusto Piersanti, l'ultimo caduto della Grande Guerra sul fronte italiano, al quale è dedicata una via a Nottoria, frazione del comune di Norcia (Perugia). Ho trovato un riscontro in una pubblicazione (Carlo Faina, 'Umbria Verde' in 'Collezione almanacchi regionali', Paravia, Torino, 1925, p. 228, 229) mostratami alcuni anni fa da un ex combattente che trascrivo fedelmente: Il tenente Augusto Piersanti di Norcia, del 27° Cavalleggeri Aquila, è caduto gloriosamente sul campo della gloria il 4 novembre 1918 pochi minuti prima che scoccasse l'ora dell'armistizio. Gabriele D'Annunzio, nostro grande poeta-soldato, ha voluto commemorarlo solennemente in uno dei suoi più commoventi e vibrandi discorsi, tenuto a Roma il 5 maggio 1919, alla vigilia dell'ardimentosa impresa di Fiume. 'Tenetelo a mente - egli disse - non lo dimenticate più. Augusto Piersanti volle morire per coprire del suo corpo e del suo amore la sua terra qualche palmo più in là. La sua manoera impigliata nella criniera del suo fedele. Non gli decretate una statua equestre. Non ha bisogno del bronzo per essere eternato. E' più potente del metallo imperiale. E' vivo....' Cadde a 21 anni, bello di ardimento e fremente di speranza. La Patria lo ha premiato con una medaglia d'argento che gli è stata conferita con la seguente motivazione: In una carica contro mitragliatrici avversarie col suo nobile entusiasmo si portava alla testa dello squadrone incitando con voce alta i propri dipendenti: con mirabile sprezzo del pericolo attraversava un largo spazio scoperto e fortemente battuto, non arrestandosi che sul nemico raggiunto e finché cadevano colpiti a morte cavaliere e cavallo. Al cimitero Verano di Roma, nel sacrario militare dei caduti della Grande Guerra, è stato inciso anche il nome di Augusto Piersanti.

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Memoria della Grande Guerra

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Sono partito per la guerra a 22 anni, dopo un anno di addestramento. Ero contento...Anca se no se parte contenti, bisogna partir lo stesso: mejo partir contenti... Dovevamo conquistare i territori italiani. Gli austriaci erano disposti a darci Trento e Trieste, senza combattere, per accorciare il fronte...A voce, però. Gli italiani non ci credevano, infatti gli austriaci erano lì che ci aspettavano. Io ero caporale d'artiglieria: sparavo con la bombarde. Ho combattuto a Gorizia, a Santa Gorizia! Era una guerra di trincea, però io combattevo in seconda linea. Nella prima linea c'erano i fucilieri. Loro partivano con la baionetta innestata gridando: Savoia e combattevano corpo a corpo. I era imbriaghi...Prima dell'assalto i ghe dea un litro de cognac... Pensavo: Me cope, pitost che me mande là!. Nei primi tempi abbiamo adoperato il gas, ma poi è stato abolito perchè uccideva anche i civili. Da principio, reggimenti interi disertavano e passavano al nemico, ma questo è cessato quando il nostro governo ha incominciato le decimazioni. I ne metea tuti in fila...7..8..9..fora! I li metea sentadi su 'na carega e...fuoco! Cossa che me ha tocà veder... Un giorno sono là, con tre compagni, in una piazzuola; disteso all'ombra dei pini. Vengono avanti due soldati con altri due ammanettati. Dove 'ndeo? 'nden a farghe la festa. Erano disertori. Li hanno fucilati. Al paese, sulle porte delle loro case, scrivevano TRADITORI. Le loro famiglie venivano perseguitate e spesso le loro case bruciate. Al fronte, le cose più terribili sono state la fame e la sete. Acqua ce n'era ma i fossi erano rossi dal sangue e bisognava andare ad attingerla ad un pozzo lontano. Un giorno sono andato al pozzo con la gavetta e le borracce. Ho preso un sasso, l'ho legato al collo della gavetta e l'ho calata giù. Sono venuti su dal pendio due soldati ungheresi per attingere acqua anche loro. Mi hanno chiesto se prestavo loro la gavetta. Quando che vee finì ghe dee a lori...Se parlea insieme...ono taliano. Così abbiamo riempito tutte le borracce e...via! Se se volea ben parchè noialtri no se ghe vea fat gnent a lori, e lori no i ne vea fat gnent a noialtri. Come soldadi se era come fradei. Abbiamo patito tanta fame: siamo stati quattro o cinque giorni senza mangiare, senza rifornimenti. Ci dicevano di risparmiare la galletta ma solo a sentirne l'odore se 'ndea in afano. Un giorno andiamo in due sull'Isonzo, dove c'erano le cucine, a prendere da mangiare con la marmitta infilata sul fucile. Arriviamo sulla strada che porta a Redipuglia. Usciamo allo scoperto e gli austriaci ci vedono e cominciano a sparare. Salta fuori un capitano italiano con la rivoltella: Vigliacchi, ci fate ammazzare tutti!. Ciapa 'na corsa..Zo la marmita..Rebalta fora tut.. Il giorno dopo sono andato a raccogliere i pezzetti di carne e li ho mangiati così com'erano. Eh! La guerra è brutta!!! Non c'era un metro di terreno dove non fosse scoppiata una bomba. Dopo l'assalto i feriti rimanevano sotto i reticolati. Urlavano giorno e notte finchè morivano dissanguati. Noi cercavamo di tirarli verso le nostre trincee usando pezzi di spago. Qualche volta il nostro tentativo riusciva ma, spesso, i reticolati dilaniavano i nostri compagni che arrivavano nella trincea peggio di prima. Un giorno, mentre scendevo dall'osservatorio per andare al ricovero, è caduta una bombarda che ha portato via il pezzo di artiglieria. Io sono rimasto lì, ferito, con una gamba rotta. Sono venuti a prendermi due miei amici di Castelfranco. C'era un grun di morti perchè continuavano a bombardare. Se non mi avessero portato via subito, sarei rimasto lì. Mi hanno portato all'ospedaletto da campio, poi mi hanno trasferito a Milano e a Firenze. Intanto i nostri hanno perso a Caporetto; il generale Cappello ci ha tradito andando d'accordo con i tedeschi. L'ha ciapà la mandola, ha ritirato i soldati di prima linea e i tedeschi sono venuti avanti. Perbacco se è vero!!! Sono arrivati fino al Piave. La mia famiglia è stata invasa. In ospedale è venuto a trovarci Sua Maestà il re, che l'era picenin poret, e 'l me fea pecà. Mi fa: Sai niente della tua famiglia? Non so niente, Maestà Stanno tutti bene. Il re sapeva questo perchè qui a San Vendemiano c'era un certo Camillo De Carlo che faceva la spia e aveva detto che il tiro dei cannoni del Piave non arrivava fino a qui. Egli passava le linee di notte e poi, vestito da vecchio mendicante, si aggirava in mezzo ai tedeschi. Quando andava dai suoi mezzedri a chiedere una scudea de fasoi, essi stessi non lo riconoscevano. Si metteva d'accordo con le donne che stendessero il bucato in un certo modo: ciò indicava agli aerei italiani la posizione degli austriaci. Eh! è stata lunga la guerra!!! Quando abbiamo saputo che era finita ven fat baldoria..imbriaghi tuti..rancio speciale.. Per la mia ferita mi hano dato la medaglia e la pensione (dopo aver sostenuto una visita di controllo a Roma). Le medaglie sono lì, appese, perchè tutti le guardino. Guardatele anche voi!!! Perbacco se sono contento di averle!!! LA GUERA L'E': FAME E COPAR. CHE NO GHEN VEGNE PI', MADONNA, GUERE!!!! || Questa è la memoria del mio bisnonno, di S. Vendemiano (TV), raccolta quando aveva 86 anni e conservata dalla famiglia. Nella speranza che la sua storia possa continuare a vivere in chi la legge e che, insieme a tutte le altre testimonianze, ci ricordi quale atrocità sia la guerra... || || Recruitment and Conscription || 45.8911895,12.326722700000005 || Women || Military Punishment || Mario Giacuzzo || Trench Life || Interview || || Interview || Mario Giacuzzo || 45.8911895,12.326722700000005

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