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Un pittore bergamasco sul fronte della grande guerra.

Breve biografia e ricordi raccolti da mio nonno: Domenico Zappettini. Vi sono alcuni suoi disegni, alcune lettere, cartoline di propaganda raccolte sui campi di battaglia.
Domenico Zappettini 1880-1918, un pittore bergamasco sul fronte della grande guerra. Mio nonno, come spesso accade in molte famiglie, aveva il mio stesso nome. Forse anche per questo legame ideale e per il fatto di non averlo mai conosciuto sono stato spinto a raccogliere alcune testimonianze sulla sua vita ritrovate in famiglia e, in particolare, a tentare di ricostruire i suoi ultimi anni vissuti, come altri milioni di uomini di tutta Europa, nella tremenda tragedia della Prima Guerra mondiale. Domenico Zappettini, alla vigilia della sua partenza per il Fronte di Guerra, era un apprezzato pittore decoratore nella città di Bergamo. Insieme al fratello Giovanni, gestiva un piccolo atelier di pittura: in particolare i due fratelli erano specializzati in decorazioni ad affresco in edifici religiosi, in abitazioni e anche come scenografi per il locale Teatro lirico. Domenico aveva sposato, allo scadere del XIX secolo, Maria Meloni dalla quale aveva avuto 5 figli, ancora bambini all'epoca del suo richiamo alle armi. La partenza avviene a guerra già iniziata, nel marzo 1916. Viene impiegato nell'Ufficio Informazioni della VIa Armata, operante a Vicenza, in qualità di disegnatore. L'ufficio composto da impiegati, interpreti, disegnatori e fotografi, si occupava di fornire ai comandi delle truppe sul fronte di Asiago e dell'Altopiano, tutte le informazioni sugli spostamenti delle truppe austriache e sulle opere di difesa e fortificazione. In famiglia abbiamo conservato alcune aerofotografie delle zone di guerra e penso in quale modo avventuroso saranno avvenute le riprese a bordo di piccoli, instabili aerei con attrezzature pesanti e difficilmente manovrabili. Mio nonno era spesso inviato in zona di operazioni per tracciare schizzi delle opere difensive austriache. In quelle missioni gli capitò più volte di percorrere campi di battaglia all'indomani di violente battaglie, vere e proprie carneficine. Fu in queste occasioni che si trovò a raccogliere piccoli ricordi personali: cartoline, qualche stampato. Di ritorno dalle missioni sul fronte, il lavoro proseguiva nella sede dell'Ufficio Informazioni a Vicenza. Qui venivano interrogati i prigionieri e redatti disegni precisi delle fortificazioni nemiche. Rubando un po' di tempo al sonno, Domenico proseguiva nella sua attività pittorica, eseguendo ritratti da fotografie o dipinti di fantasia da esporre o vendere per poter inviare un piccolo sostegno alla famiglia a Bergamo. Nel 1917, pochi mesi dopo l'esecuzione capitale, esegue in ritratto ad olio di Cesare Battisti, l'irredentista italiano di Trento. Quest'opera è attualmente conservata presso il Museo della Grande Guerra di Rovereto. In alcuni disegni descrive molto bene alcuni momenti del conflitto: come quando disegna e poi realizza in acquaforte una bella scena con l'arrivo delle truppe interalleate a Vicenza (inglesi e francesi); oppure quando disegna un gruppo di mitragliatori tedeschi, arrivati in aiuto delle truppe austriache nel 1917. Anche alcuni suoi scritti aiutano a rendere viva la drammacità dei momenti vissuti, come quando fornisce raccomandazioni alla moglie per fuggire da Bergamo per il possibile arrivo, dopo la sconfitta di Caporetto, dell'Esercito austriaco nelle città del Nord Italia. All'indomani della firma dell'armistizio del 4 novembre 1918 che pose fine alla guerra, Domenico ottenne una licenza per poter visitare la famiglia prima di essere definitivamente congedato dopo mesi di vita militare. Purtroppo il destino non gli fu favorevole: non appena giunto a riabbracciare i suoi cari a Bergamo fu vittima della tremenda epidemia di influenza respiratoria conosciuta in Italia con il nome di influenza spagnola e dopo pochi giorni spirò fra le braccia dei suoi cari. Il funerale avvenne il 19 novembre 1918. Ora il caporale Domenico Zappettini riposa nell'ossario militare del cimitero di Bergamo.

Other
Ritratto ad olio dell'irredentista Cesare Battisti, catturato e condannato a morte. Pochi mesi dopo il tragico episodio mio nonno eseguì questo dipinto. L'opera fu esposta a Vicenza prima di essere consegnato al comando del battaglione alpini al quale apparteneva Cesare Battisti. Attualmente il quadro è esposto presso il Museo della Grande Guerra di Rovereto (TN).
italiano
Cesare Battisti
Ritratto ad olio di Cesare Battisti-1917
Painting
Mio nonno Domenico Zappettini militare 1916
Photograph
Fotografia attuale di Cima Dodici, luogo di duri scontri durante il Primo Conflitto Mondiale.
Cima Dodici. Altopiano dei sette Comuni (Vicenza)
Altopiano di Asiago (Vicenza)
Questo disegno, eseguito da mio nonno, descrive bene l'attività connessa al suo ruolo di disegnatore presso l'Uiffico Informazioni della Sesta Armata a Vicenza. Il Confronto con la fotografia di Cima Dodici comprova la precisione del disegno che veniva eseguito su schizzi ripresi in loco.
Difese e sbarramenti a Cima Dodici 1917
Forze interalleate a Vicenza 1918
Disegno a penna per acquaforte raffigurante un momento di pausa di alcuni soldati inglesi e francesi ritratti nella Piazza delle Erbe a Vicenza. Ancora oggi è ben visibile il porticato dal quale il pittore ha descritto la scena.
Disegno a lapis e parzialmente a penna, raffigurante un gruppo di prigionieri italiani in un campo austriaco. Scena probabilmente di carattere propagandistico non ritratta dal vero.
Prigionieri italiani
Ritagli di giornale che recensiscono un'esposizione di mio nonno
Questa cartolina e le altre tre seguenti sono state raccolte da mio nonno da prigionieri austriaci presso l'Ufficio Informazioni della 6a Armata con sede a Vicenza
Cartolina a tema bellico opera di K.Hayd
Propaganda
Sommarie notizie sul pittore e grafico austriaco Karl Hayd
Karl Hayd
Cartolina austriaca (Karl Zewy)
Cartolina austriaca raccolta da militare Ungherese. Opera di Karl Zewy, artista accademico operante in Vienna (vedi note biografiche)
La stessa compilata
Note biografiche su Karl Zewy
Fotografia di militari austriaci attorno ad un cannone, recuparata da mio nonno presso l'Ufficio Informazioni della 6a Armata con sede a Vicenza.
Cannone austriaco
Cartolina di propaganda austriaca presa su prigioniero da mio nonno, raffigurante una scena di battaglia sul fronte Russo Polacco ad opera del 1° Reggimento del Tiroler Kaiserjäger
Tiroler Kaiserjäger vom 1 Regiment
Cartolina di propaganda italiana
Cartolina con un fiore seccato di viola mammola raccolta da mio nonno da un caduto austriaco su un campo di battaglia dell'Altopiano dei Sette Comuni (Vicenza), insieme ad un ritaglio di giornale con un indirizzo, probabilmente il suo o di persona di famiglia.
Cartolina con fiore seccato e indirzzo
Battaglia finale Valbella Col del Rosso
Lo scritto descrive il campo della battaglia finale (1918) avvenuta a Valbella e Col del Rosso. Le immagini attuali di quei luoghi testimoniano la violenza e il dissesto del territorio ancora visibile a distanza di tanti anni.
Altopiano di Asiago (Vicenza). Zona Valbella Col del Rosso
Frammenti di lettere scritte alla moglie a Bergamo in periodi diversi e che descrivono eventi, stati d'animo e comunicazioni di vario genere. Segue il file con relativa trascrizione.
Frammenti di lettere alla famiglia con trascrizione
Necrologio per la sua morte
Riconoscimento per la sua attività da parte del Comando Militare

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CONTRIBUTOR

Domenico Zappettini

DATE

1816-04 - 1818-11

LANGUAGE

ita

ITEMS

39

INSTITUTION

Europeana 1914-1918

PROGRESS

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METADATA

Creator

Domenico Zappettini
Karl Hayd

Source

UGC

Contributor

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Date

1816-04
1818-11

Type

Story

Language

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Italiano

Country

Europe

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Europeana 1914-1918

DatasetName

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End

1818-11

Language

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Provenance

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Record ID

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Un documento dal fronte della Grande Guerra

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Si tratta di un episodio legato alla vita di mio nonno, Andrea Stefano Villa, che combatté sul fronte italiano nella prima guerra mondiale, tra i 24 e i 27 anni d'età, essendo nato nel 1891. Durante il servizio, nel 1918, designò un familiare come beneficiario di una polizza. Riuscì poi a sopravvivere e a tornare, terminato il conflitto, alla propria famiglia. || L'oggetto digitalizzato è la ricevuta di una polizza INA (Istituto Nazionale delle Assicurazioni di Roma) intestata a mio nonno, soldato al fronte, a favore della sorella, Maria. La somma da versare in caso di morte in guerra era pari a lire 500. Oltre a questo, sarebbe stata corrisposta la pensione dovuta agli eredi di coloro che danno la vita per la libertà e la grandezza della Patria. Il documento riporta la data del 1 gennaio 1918.

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Augusto Piersanti: l'ultimo caduto della Grande Guerra sul fronte italiano

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Due fotografie a colori (monumento e particolare) del sacrario militare dei caduti della Grande Guerra al cimitero Verano di Roma. || Mio nonno mi raccontava di Augusto Piersanti, l'ultimo caduto della Grande Guerra sul fronte italiano, al quale è dedicata una via a Nottoria, frazione del comune di Norcia (Perugia). Ho trovato un riscontro in una pubblicazione (Carlo Faina, 'Umbria Verde' in 'Collezione almanacchi regionali', Paravia, Torino, 1925, p. 228, 229) mostratami alcuni anni fa da un ex combattente che trascrivo fedelmente: Il tenente Augusto Piersanti di Norcia, del 27° Cavalleggeri Aquila, è caduto gloriosamente sul campo della gloria il 4 novembre 1918 pochi minuti prima che scoccasse l'ora dell'armistizio. Gabriele D'Annunzio, nostro grande poeta-soldato, ha voluto commemorarlo solennemente in uno dei suoi più commoventi e vibrandi discorsi, tenuto a Roma il 5 maggio 1919, alla vigilia dell'ardimentosa impresa di Fiume. 'Tenetelo a mente - egli disse - non lo dimenticate più. Augusto Piersanti volle morire per coprire del suo corpo e del suo amore la sua terra qualche palmo più in là. La sua manoera impigliata nella criniera del suo fedele. Non gli decretate una statua equestre. Non ha bisogno del bronzo per essere eternato. E' più potente del metallo imperiale. E' vivo....' Cadde a 21 anni, bello di ardimento e fremente di speranza. La Patria lo ha premiato con una medaglia d'argento che gli è stata conferita con la seguente motivazione: In una carica contro mitragliatrici avversarie col suo nobile entusiasmo si portava alla testa dello squadrone incitando con voce alta i propri dipendenti: con mirabile sprezzo del pericolo attraversava un largo spazio scoperto e fortemente battuto, non arrestandosi che sul nemico raggiunto e finché cadevano colpiti a morte cavaliere e cavallo. Al cimitero Verano di Roma, nel sacrario militare dei caduti della Grande Guerra, è stato inciso anche il nome di Augusto Piersanti.

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Andamento della battaglia dell'Ardre sul fronte del 2. c. a. italiano

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Andamento della battaglia dell'Ardre sul fronte del 2. c. a. italiano Tratta da: La battaglia di Vittorio Veneto : carte geografiche, ritratti di decorati ed altri documenti storici / Cesare Schiaparelli ; con illustrazioni originali di Filippo Omegna, Italo Cenni e Giuseppe Mazzoni - Torino: Istituto nazionale per le biblioteche dei soldati di terra e di mare, 1924 Volume conservato e digitalizzato dalla Biblioteca Universitaria di Genova (http://www.bibliotecauniversitaria.ge.it)

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