MI18 - 111 - Dalla Grande Guerra alla Guerra di Libia
Guerrino Socci, nonno dell’intervistato, attivo sul fronte italiano con il 266° fanteria Brigata Lecce.
Dopo la fine della guerra è stato inviato, sempre col suo reggimento, in Libia.
Numerosi attestati e onorificenze, ha sempre riscosso la fiducia dei suoi compagni d’arme.
Cartoline, elenco ufficiali, volantini di propaganda, documenti, libretto e nastrino
CONTRIBUTOR
Lorenzo Socci
DATE
1914 - 1918
LANGUAGE
ita
ITEMS
1
INSTITUTION
Europeana 1914-1918
PROGRESS
METADATA
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Nonno Celestino alla Grande Guerra
9 Items
1) Foto di nonno Celestino (seduto) con due compagni d'armi nel 1916. 2) Foglio di congedo illimitato datato maggio 1919 3) Lo stesso foglio al retro con gli orari dei treni per il ritorno in Patria\n 4 e seguenti) Agenda del 1916 dove il nonno segnava tutti gli spostamenti che compiva. Annotava l'arrivo di aerei su Milano nel febbraio. E non dimenticava gli affetti, sottolineando la data dell'onomastico della moglie, Maria. Rimarcava il giorno in cui aveva dovuto subire l'estrazione di una radice dentaria. O il periodo passato in un convalescenziario per un principio di congelamento ai piedi. Infine teneva scrupolosamente i conti, che curiosamente sembravano contemplare solo entrate e nessuna uscita. || Non è una grande storia, anzi, è banalissima, come vissuta dai tanti che furono mandati al macello in quella guerra. Il nonno Celestino, nato nel 1877, ha però avuto la fortuna di portare a casa la ghirba. Di origine araba la parola indica l'otre, quello di pelle. Fu utilizzata dai soldati con il significato di vita nella guerra del 1911 contro i turchi e passò cosi anche nella guerra 1914-18. Celestino era aggregato ai servizi di vettovagliamento, ma non era neppure quello un incarico tranquillo. Si doveva portare le vettovaglie anche in zona di combattimento e il nonno raccontava che i muli, carichi di quanto necessitava alle truppe, erano di grande aiuto per mettersi in salvo in tempo dall'artiglieria nemica. Infatti essi percepivano prima degli uomini l'arrivo dei proiettili, dando con il loro comportamento l'avviso per consentire di proteggersi. Tornò quindi, ma la sua vita non fu poi fortunata e non a causa della guerra, ma per i postumi della spagnola, la tremenda epidemia influenzale del dopoguerra. Ne uscì vivo, data la sua tempra fortissima, anche da questa vicenda, ma segnato da una lesione celebrale che lo limitò, sia pur non totalmente, nell'uso della parola. Una conseguenza della guerra, diciamo così, è invece la nascita di mia madre. Nonno Celestino viene a casa per una breve licenza nell'aprile del 1918 e... nel gennaio del 1919 nasce mia mamma!
MI18 - 79 - Cimeli di guerra
1 Item
Borraccia italiana modello Guglielminetti, variante del 1907: borraccia regolamentare fino al 1917; Targa di tomba di cimitero militare francese risalente agli anni venti. || Cimeli di guerra appartenuti a Marcello Venturini, telegrafista, per la 27 squadriglia. I reperti non sono accompagnati da alcuna storia, in quanto l’intervistatore è un collezionista che acquista i reperti nei mercatini
MI18 - 19- Reperti di guerra
1 Item
Luigi Pedroletti ha combattuto sull’altopiano di Asiago. L’intervistato non sa ricostruire la storia della vicenda militare del padre. || Documenti, una freccia austriaca trovata sul campo di battaglia dal cappellano militare (con dedica dello stesso); una caricatura ad acquarello dei funerali di Francesco Giuseppe