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Cartoline D'Auguri Grande Guerra

La cartolina appartiene alla Sig.ina Bisconti Maria di Monteroni (Lecce)
Cartolina indirizzata alla Sig.ina Bisconti Maria

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CONTRIBUTOR

Centro Studi Relazioni Atlantico-Mediterranee( Scuola Media Inferiore Polo1 Monteroni Di Lecce)

DATE

1914 - 1918

LANGUAGE

ita

ITEMS

4

INSTITUTION

Europeana 1914-1918

PROGRESS

START DATE
TRANSCRIBERS
CHARACTERS
LOCATIONS
ENRICHMENTS

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METADATA

Source

UGC

Contributor

europeana19141918:agent/421bf3a892af8ec4faca7d4639042495

Date

1914
1918

Type

Story

Language

ita
Italiano

Country

Europe

DataProvider

Europeana 1914-1918

Provider

Europeana 1914-1918

Year

1918
1914

DatasetName

2020601_Ag_ErsterWeltkrieg_EU

Begin

1914

End

1918

Language

mul

Agent

Centro Studi Relazioni Atlantico-Mediterranee( Scuola Media Inferiore Polo1 Monteroni Di Lecce) | europeana19141918:agent/421bf3a892af8ec4faca7d4639042495

Created

2019-09-11T08:29:38.181Z
2020-02-25T08:32:15.081Z
2020-02-25T08:32:15.082Z
2016-06-10 10:06:56 UTC
2016-06-10 10:07:39 UTC
2016-06-10 10:07:41 UTC
2016-06-10 10:07:42 UTC
2016-06-10 10:07:44 UTC

Provenance

INTERNET

Record ID

/2020601/https___1914_1918_europeana_eu_contributions_20921

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Lettere e corrispondenza della Grande Guerra

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Memoria della Grande Guerra

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Sono partito per la guerra a 22 anni, dopo un anno di addestramento. Ero contento...Anca se no se parte contenti, bisogna partir lo stesso: mejo partir contenti... Dovevamo conquistare i territori italiani. Gli austriaci erano disposti a darci Trento e Trieste, senza combattere, per accorciare il fronte...A voce, però. Gli italiani non ci credevano, infatti gli austriaci erano lì che ci aspettavano. Io ero caporale d'artiglieria: sparavo con la bombarde. Ho combattuto a Gorizia, a Santa Gorizia! Era una guerra di trincea, però io combattevo in seconda linea. Nella prima linea c'erano i fucilieri. Loro partivano con la baionetta innestata gridando: Savoia e combattevano corpo a corpo. I era imbriaghi...Prima dell'assalto i ghe dea un litro de cognac... Pensavo: Me cope, pitost che me mande là!. Nei primi tempi abbiamo adoperato il gas, ma poi è stato abolito perchè uccideva anche i civili. Da principio, reggimenti interi disertavano e passavano al nemico, ma questo è cessato quando il nostro governo ha incominciato le decimazioni. I ne metea tuti in fila...7..8..9..fora! I li metea sentadi su 'na carega e...fuoco! Cossa che me ha tocà veder... Un giorno sono là, con tre compagni, in una piazzuola; disteso all'ombra dei pini. Vengono avanti due soldati con altri due ammanettati. Dove 'ndeo? 'nden a farghe la festa. Erano disertori. Li hanno fucilati. Al paese, sulle porte delle loro case, scrivevano TRADITORI. Le loro famiglie venivano perseguitate e spesso le loro case bruciate. Al fronte, le cose più terribili sono state la fame e la sete. Acqua ce n'era ma i fossi erano rossi dal sangue e bisognava andare ad attingerla ad un pozzo lontano. Un giorno sono andato al pozzo con la gavetta e le borracce. Ho preso un sasso, l'ho legato al collo della gavetta e l'ho calata giù. Sono venuti su dal pendio due soldati ungheresi per attingere acqua anche loro. Mi hanno chiesto se prestavo loro la gavetta. Quando che vee finì ghe dee a lori...Se parlea insieme...ono taliano. Così abbiamo riempito tutte le borracce e...via! Se se volea ben parchè noialtri no se ghe vea fat gnent a lori, e lori no i ne vea fat gnent a noialtri. Come soldadi se era come fradei. Abbiamo patito tanta fame: siamo stati quattro o cinque giorni senza mangiare, senza rifornimenti. Ci dicevano di risparmiare la galletta ma solo a sentirne l'odore se 'ndea in afano. Un giorno andiamo in due sull'Isonzo, dove c'erano le cucine, a prendere da mangiare con la marmitta infilata sul fucile. Arriviamo sulla strada che porta a Redipuglia. Usciamo allo scoperto e gli austriaci ci vedono e cominciano a sparare. Salta fuori un capitano italiano con la rivoltella: Vigliacchi, ci fate ammazzare tutti!. Ciapa 'na corsa..Zo la marmita..Rebalta fora tut.. Il giorno dopo sono andato a raccogliere i pezzetti di carne e li ho mangiati così com'erano. Eh! La guerra è brutta!!! Non c'era un metro di terreno dove non fosse scoppiata una bomba. Dopo l'assalto i feriti rimanevano sotto i reticolati. Urlavano giorno e notte finchè morivano dissanguati. Noi cercavamo di tirarli verso le nostre trincee usando pezzi di spago. Qualche volta il nostro tentativo riusciva ma, spesso, i reticolati dilaniavano i nostri compagni che arrivavano nella trincea peggio di prima. Un giorno, mentre scendevo dall'osservatorio per andare al ricovero, è caduta una bombarda che ha portato via il pezzo di artiglieria. Io sono rimasto lì, ferito, con una gamba rotta. Sono venuti a prendermi due miei amici di Castelfranco. C'era un grun di morti perchè continuavano a bombardare. Se non mi avessero portato via subito, sarei rimasto lì. Mi hanno portato all'ospedaletto da campio, poi mi hanno trasferito a Milano e a Firenze. Intanto i nostri hanno perso a Caporetto; il generale Cappello ci ha tradito andando d'accordo con i tedeschi. L'ha ciapà la mandola, ha ritirato i soldati di prima linea e i tedeschi sono venuti avanti. Perbacco se è vero!!! Sono arrivati fino al Piave. La mia famiglia è stata invasa. In ospedale è venuto a trovarci Sua Maestà il re, che l'era picenin poret, e 'l me fea pecà. Mi fa: Sai niente della tua famiglia? Non so niente, Maestà Stanno tutti bene. Il re sapeva questo perchè qui a San Vendemiano c'era un certo Camillo De Carlo che faceva la spia e aveva detto che il tiro dei cannoni del Piave non arrivava fino a qui. Egli passava le linee di notte e poi, vestito da vecchio mendicante, si aggirava in mezzo ai tedeschi. Quando andava dai suoi mezzedri a chiedere una scudea de fasoi, essi stessi non lo riconoscevano. Si metteva d'accordo con le donne che stendessero il bucato in un certo modo: ciò indicava agli aerei italiani la posizione degli austriaci. Eh! è stata lunga la guerra!!! Quando abbiamo saputo che era finita ven fat baldoria..imbriaghi tuti..rancio speciale.. Per la mia ferita mi hano dato la medaglia e la pensione (dopo aver sostenuto una visita di controllo a Roma). Le medaglie sono lì, appese, perchè tutti le guardino. Guardatele anche voi!!! Perbacco se sono contento di averle!!! LA GUERA L'E': FAME E COPAR. CHE NO GHEN VEGNE PI', MADONNA, GUERE!!!! || Questa è la memoria del mio bisnonno, di S. Vendemiano (TV), raccolta quando aveva 86 anni e conservata dalla famiglia. Nella speranza che la sua storia possa continuare a vivere in chi la legge e che, insieme a tutte le altre testimonianze, ci ricordi quale atrocità sia la guerra... || || Recruitment and Conscription || 45.8911895,12.326722700000005 || Women || Military Punishment || Mario Giacuzzo || Trench Life || Interview || || Interview || Mario Giacuzzo || 45.8911895,12.326722700000005

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