Un Angelo caduto per la Patria
Un ricordo scritto da uno dei fratelli di Angelo Mengano che descrive un ragazzo amante della famiglia e dello studio, deciso ad intraprendere la carriera diplomatica come un suo zio. Appena iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli, dove una lapide ricorda il suo nome, insieme a quello di molti altri soldati, partì per il fronte animato da grandi ideali patriottici.
Angelo Mengano
Photograph
CONTRIBUTOR
Museo della liquirizia Giorgio Amarelli
DATE
1917-10-13 - 1918-06-15
LANGUAGE
ita
ITEMS
30
INSTITUTION
Europeana 1914-1918
PROGRESS
METADATA
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Per amor di Patria
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Mio nonno materno, Guido Ciprian (Battaglia Terme 2.Nov.1878-Treviglio 8.12.1950) servì nel Regio Esercito Italiano dal 25 Maggio 1915 al 30 Maggio 1918 con il grado di Sergente Maggiore nella 683a Centuria , quinta Armata. Nella vita civile era impiegato del Dazio, aveva moglie a 4 figli. Allo scoppio della Guerra dovette lasciare tutto per arruolarsi. Il ricordo che ho di lui soldato e quello della famiglia durante la drammatica esperienza della Grande Guerra mi è pervenuto attraverso i racconti familiari, le fotografie, le lettere. Era una persona di grande rettitudine, che aveva un alto senso del dovere e dell'amor di Patria : i due pilastri dell'educazione del tempo, in nome dei quali agli uomini fu chiesto di andare al macello e alle donne di affrontare una vita fatta di attesa, di stenti, di sofferenze. Mia nonna per far fronte alle necessità economiche della famiglia si industriò ad aprire una bottega di cibi cotti nel paesino di montagna dove vivevano, ma con scarso successo. Si rassegnò quindi a fare grandi economie per tirare avanti nell'attesa del ritorno del marito. Furono fortunati, perché lui alla fine tornò, incolume, e questa era la vera vittoria. Per il resto non raccontò molto, perché era stata una guerra di trincea e di carneficina. Della trincea c'è poco da raccontare perché è fatta di lunghe giornate di noia nel fango e la carneficina non la si racconta alla moglie, ai figli. Alcuni anni fa ho scritto un breve racconto, Gorizia, per fissare nella memoria un ricordo infantile, legato appunto alla Grande Guerra. Essendo basato su una espressione in dialetto bergamasco, temo non possa essere facilmente comprensibile. || - Libretto Personale di Ciprian Guido - R.Esercito Italiano - nel quale sono riportati i dati identificativi, le note sanitarie, lo stato di servizio ecc. Contiene anche le norme e le regole di comportamento, sotto il nome di Ricordi del Soldato. Molto interessante ma sono tante le pagine da scansionare. - Fotografia di G.Ciprian in data 22 Agosto 1917 sul fronte Trentino, con dedica sul retro - Fotografia di G.Ciprian in data 16 Aprile 1917, in posa, con dedica sul retro - Croce al Merito di Guerra Vittorio Emanuele III\n - Medaglia con la scritta Forgiata nel bronzo nemico su un lato, Per l'Unità d'Italia Guerra 1915-1918 sull'altro lato - Cartolina Postale dell'Esercito Italiano, con timbro 20.09.1918 - Cartolina Postale di propaganda, con timbro Aprile 1917 - racconto Gorizia
Un giovane parte per la guerra
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Queste sono le poche notizie della sua vita: Gaetano Di Rienzo nacque a Villamaina (Avellino - Italia) il 29/07/1895 da Giovanni e da Maria Iorio. Dopo aver trascorso la sua infanzia e adolescenza nel paese natio, fu chiamato per partecipare alla grande guerra. Venne ucciso il 24 giugno 1915, ma non si conosce nè il luogo della morte nè il luogo della sepoltura. Alla famiglia fu inviata dopo la guerra la foto che si allega con una medaglia al valore militare, tuttora conservate dagli eredi. || Fotografia digitalizzata
MI18 - 48 - Un telegrafista con la passione per la fotografia
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Album fotografico || Il nonno, Edoardo Lampertico, era caporale nel genio telegrafisti: faceva azioni belliche con gli arditi per estendere la rete elettrica. Ha vissuto la guerra a stretto contatto con gli arditi, rimanendo anche sordo da un orecchio dopo aver partecipato ad un'azione. Combatte anche a Verdun dove prende il colera. Sull'esperienza francese tramanda il racconto di quando si era rifugiato in una cantina dove non c'era acqua, quindi di essersi lavato con lo champagne. Aveva la passione per la fotografia: raccoglie testimonianze scattate sul Carso, zona di Gradisca, Monfalcone, Redipuglia, Sagrado. Il fratello Giovanni è morto sul Carso (tenente dei bersaglieri).