Le campane di Pordenone vengono fuse per creare cannoni
35a: frammento di campana in bronzo con decorazione a bassorilievo
Nell'agosto 1918 viene ordinato ai soldati austriaci di stanza a Pordenone di requisire le campane del Duomo (Campanile di S. Marco) al fine di fonderle e creare cannoni, al pari di quanto avvenuto nei territori limitrofi. La Signora Maria Bortolotto (nata il 18 agosto 1879), al momento profuga con la sorella vedova a S. Giovanni di Lecco (Como), al ritorno a casa (è maestra d'asilo a Borgo Medula e frequenta il Duomo) riceve un frammento di una delle campane requisite dagli austriaci e poi fuse.
Le pronipoti conservano il frammento. Le campane del Duomo di Pordenone vengono ripristinate soltanto il 12 marzo 1922. In un libro di Paolo Gasparo si narra che uno dei soldati austriaci, durante l'operazione di requisizione ed abbattimento delle campane, morì nel corso dei lavori e che, nel giardino della chiesa, venne trovato un secondo frammento delle stesse campane negli anni '40 da un signore del luogo di nome Gazzola.
CONTRIBUTOR
Maria Angela Pizzutel
DATE
1918-08 - 1922-03-12
LANGUAGE
ita
ITEMS
1
INSTITUTION
Europeana 1914-1918
PROGRESS
METADATA
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I cannoni di Caporetto
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Il contributo allegato alla presente storia riguarda il testo del libro I Cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918, di Tomaso Gropallo (edito da Mursia). Il libro è la memoria autobiografica del tenente Tomaso Gropallo - nonno della testimone - che a 19 anni inizia a scrivere il diario della sua guerra, quella del 23 maggio 1915. Tomaso combatte sui fronti più aspri, dapprima sul Carso inframmezzato dal tristissimo episodio di Caporetto e poi sul fronte del Piave. || || Front || Book || Copertina del libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Il libro è il diario del nonno della testimone; narra le vicende del giovane tenente Tomaso Gropallo - di soli 19 anni - ed appena uscito dall'Accademia militare di Torino. Nell'estate del 1917 viene destinato al 79° Gruppo di assedio a ridosso delle alture carsiche. || || Book || Frontespizio del libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book || || Book || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book || || Book || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book || || Book || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book || || Book || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || || Book || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || || Libro I cannoni di Caporetto. Diario 1917-1918 || Book
Fotografia di un gruppo di soldati con cannoni ed un cane
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Mio nonno materno, Guido Ciprian (Battaglia Terme 2.Nov.1878-Treviglio 8.12.1950) servì nel Regio Esercito Italiano dal 25 Maggio 1915 al 30 Maggio 1918 con il grado di Sergente Maggiore nella 683a Centuria , quinta Armata. Nella vita civile era impiegato del Dazio, aveva moglie a 4 figli. Allo scoppio della Guerra dovette lasciare tutto per arruolarsi. Il ricordo che ho di lui soldato e quello della famiglia durante la drammatica esperienza della Grande Guerra mi è pervenuto attraverso i racconti familiari, le fotografie, le lettere. Era una persona di grande rettitudine, che aveva un alto senso del dovere e dell'amor di Patria : i due pilastri dell'educazione del tempo, in nome dei quali agli uomini fu chiesto di andare al macello e alle donne di affrontare una vita fatta di attesa, di stenti, di sofferenze. Mia nonna per far fronte alle necessità economiche della famiglia si industriò ad aprire una bottega di cibi cotti nel paesino di montagna dove vivevano, ma con scarso successo. Si rassegnò quindi a fare grandi economie per tirare avanti nell'attesa del ritorno del marito. Furono fortunati, perché lui alla fine tornò, incolume, e questa era la vera vittoria. Per il resto non raccontò molto, perché era stata una guerra di trincea e di carneficina. Della trincea c'è poco da raccontare perché è fatta di lunghe giornate di noia nel fango e la carneficina non la si racconta alla moglie, ai figli. Alcuni anni fa ho scritto un breve racconto, Gorizia, per fissare nella memoria un ricordo infantile, legato appunto alla Grande Guerra. Essendo basato su una espressione in dialetto bergamasco, temo non possa essere facilmente comprensibile. || - Libretto Personale di Ciprian Guido - R.Esercito Italiano - nel quale sono riportati i dati identificativi, le note sanitarie, lo stato di servizio ecc. Contiene anche le norme e le regole di comportamento, sotto il nome di Ricordi del Soldato. Molto interessante ma sono tante le pagine da scansionare. - Fotografia di G.Ciprian in data 22 Agosto 1917 sul fronte Trentino, con dedica sul retro - Fotografia di G.Ciprian in data 16 Aprile 1917, in posa, con dedica sul retro - Croce al Merito di Guerra Vittorio Emanuele III\n - Medaglia con la scritta Forgiata nel bronzo nemico su un lato, Per l'Unità d'Italia Guerra 1915-1918 sull'altro lato - Cartolina Postale dell'Esercito Italiano, con timbro 20.09.1918 - Cartolina Postale di propaganda, con timbro Aprile 1917 - racconto Gorizia