Il Sasso di Stria. Le memorie del soldato Armando Montanari
Programma della festa dell'81° Reggimento di Fanteria
Articolo sul Giornale d'Italia per l'anniversario dell'81° Reggimento di Fanteria (pagina sinistra). Locandina per la Festa del Reggimento
Multiple
Official document
Conferimento della medaglia istituita per i benemeriti del terremoto della Marsica del 1915
Remembrance
Lettera con la motivazione per il conferimento della medaglia d'argento
Conferimento dell'autorizzazione a fregiarsi del distintivo d'onore
Il ritorno dalla prigionia e conferimento dell'autorizzazione a fregiarsi del distintivo d'onore
Prisoners of War
La prigionia nel campo di Mauthausen: monete dell'accampamento
La prigionia nel campo di Mauthausen: fotografie e monete dell'accampamento
La prigionia nel campo di Mauthausen: fotografie degli amici delle ore triste e liete
La prigionia nel campo di Mauthausen: fotografie di prigionieri italiani e ufficiali austriaci
CONTRIBUTOR
Matteo Iacobini
DATE
1915-10-16
LANGUAGE
ita
ITEMS
33
INSTITUTION
Europeana 1914-1918
PROGRESS
METADATA
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Memorie del soldato Giovanni Fortunato
7 Items
Foto in bianco e nero che ritrae Giovanni Fortunato mentre tiene le redini di un cavallo sul quale è seduto un commilitone. Foto in bianco e nero che ritrae un gruppo di soldati; Giovanni Fortunato è il primo da destra della seconda fila partendo dal basso. Foto in bianco e nero che ritrae Giovanni Fortunato in uniforme. Foto in bianco e nero ritoccata al colore che ritrae Giovanni Fortunato in uniforme. Foto in bianco e nero che ritrae un cugino di Giovanni Fortunato (a sinistra) in uniforme con un suo commilitone. Foto in bianco e nero che ritrae il cugino di Giovanni Fortunato in uniforme. Fotocopia del foglio matricolare di Giovanni Fortunato. || Giovanni Fortunato, nato ad Andria (in Puglia, provincia di Barletta-Andria-Trani) il 13 gennaio 1894, viene chiamato alle armi il 15 maggio del 1914 nel 26° reggimento lancieri. Riceve il congedo illimitato il 29 settembre 1919. Ha combattuto nelle campagne di guerra 1915, 1917, 1918. || || Fotografia di Giovanni Fortunato che tiene le redini di un cavallo sul quale è seduto un commilitone || Photograph || Home Front || || Giovanni Fortunato è il primo da destra della seconda fila partendo dal basso. || Fotografia del gruppo di soldati || Photograph || Home Front || || Home Front || Photograph || Fotografia di Giovanni Fortunato in uniforme || || Home Front || Fotografia di Giovanni Fortunato in uniforme || Fotografia B/N ritoccata a colore || Photograph || || Fotografia di un cugino di Giovanni Fortunato con un commilitone || Photograph || Il cugino di Giovanni Fortunato è a sinistra nella foto || Home Front || || Home Front || Photograph || Fotografia del cugino di Giovanni Fortunato in uniforme || || Home Front || Copia del foglio matricolare di Giovanni Fortunato || Official document
Il Soldato GiovanBattista Mazza. Un ragazzino del '99
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Quando il 22 dicembre 1899 GiovanBattista Mazza nasce a Riofreddo, un piccolo paese della provincia di Roma, di certo non sa che avrà l'onore di essere uno dei più giovani agazzi del '99, l'ultima classe di leva combattente dell'Italia nella Grande Guerra. Chiamato alle armi e arruolato soldato di 1^ categoria l’11 giugno 1917, dopo l'addestramento nel 17° Reggimento Fanteria ad Ascoli Piceno, viene avviato “in territorio dichiarato in stato di guerra” presso una unità di marcia a novembre di quell’anno, quando sul Piave l’esercito italiano resiste nella battaglia di arresto successiva alla disfatta di Caporetto. Qualche giorno prima del suo 18° compleanno viene assegnato al 111° Reggimento di Fanteria della brigata “Piacenza”. Grazie al Decr. luog. 10 dicembre 1917, si trova a ricevere come dono una speciale polizza I.N.A. gratuita che assicura il pagamento di “Lire Cinquecento” a sua madre in caso di morte in combattimento, o di “Lire Mille” all’assicurato sopravvissuto, al compiersi dei trenta anni dalla data della polizza: “un segno tangibile della gratitudine della Patria” verso i soldati rimasti in piedi contro gli eserciti austro-tedeschi. E la Patria dovrà essere grata anche al 111° Reggimento di Fanteria, citato nel Bollettino di guerra del 23 giugno 1918, se nella “Battaglia del solstizio”, tra il 15 e il 21 giugno l’offensiva austriaca viene bloccata a Nervesa del Piave (poi rinominata infatti “della Battaglia”), dove il 17 il soldato GiovanBattista Mazza “cade prigioniero del nemico a seguito del combattimento” e resta internato nel campo di prigionia di Villach fino al rimpatrio del 12 novembre 1918 conseguente all’armistizio. La sua divisa sarà allora apparsa ancora più modesta di quella indossata nella foto-ricordo del periodo di addestramento, ma l’inno del 111° Reggimento declamava orgogliosamente: “Noi non rende superbi un cimiero – Non gran pompa di piume il cappello – Ma pur logoro e stanco sei bello – Fantaccino che ignori il timor”. Il “fantaccino” Giovan Battista Mazza viene congedato nel marzo 1921, con il riconoscimento di aver servito la Patria “con fedeltà ed onore” in cambio di quasi quattro anni della sua giovinezza. Così gli sembrerà un ben minore tributo, trent'anni dopo, decidere di non riscuotere da una Patria allora sconfitta le mille lire ormai svalutate della sua polizza, per conservare a sé e ai i suoi eredi quell’attestato di ricoscenza dell’Italia vittoriosa vissuta da “ragazzo del ‘99”. || Polizza Assicurazione combattenti (morte combattente)di GB. Mazza Polizza Assicurazione combattenti (combattente sopravvissuto)di GB. Mazza Foglio congedo di GB. Mazza Foto del soldato GiovanBattista Mazza
MI18 - 61 - Il soldato e le crocerossine
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Medagliere del Fusi, con l’attestato di riconoscimento; foto delle sorelle Reverelli || Il nonno dell’intervistato, Giulio Fusi (soggetto del contributo), sottotenente di fanteria, è morto in guerra sul CaIl nonno dell’intervistato, Giulio Fusi (soggetto del contributo), sottotenente di fanteria, è morto in guerra sul Carso colpito da una granata il 2 novembre 1916. L’esplosione è stata talmente violenta che il corpo è risultato irreperibile. Adele e Pia Reverelli, cognate di Giulio Fusi, hanno prestato servizio come crocerossine negli anni della guerra (dal ’15 al ’18), ma sono riuscite a sopravvivere. Nel ricordo di famiglia vi sono diverse lettere di soldati curati dalle due sorelle. rso colpito da una granata il 2 novembre 1916. L’esplosione è stata talmente violenta che il corpo è risultato irreperibile.